Il corpo. Impariamo ad ascoltarlo

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Il corpo. Impariamo ad ascoltarlo

sintesi di Anna Orsini

Articolo di Giulia Gualdi pubblicato sul n. 111 di Vivere lo Yoga Giugno/Luglio 2023

Il tema della relazione tra corpo e mente è presente in tutta la storia della filosofia occidentale. Da Platone ai filosofi tedeschi del XIX secolo ciò che conta è la mente; il corpo è l’espressione degli aspetti più deteriori dell’essere umano.

Anche tutta la religione cristiana sottolinea la caducità del corpo che si decompone nella morte rispetto alla mente che è sinonimo di elevazione spirituale. Tuttavia nel corso del tempo sempre più si è andata affermando un’altra corrente di pensiero. Oggi sappiamo che la distinzione fra mente e corpo è solo didattica e che non si può pensare all’uno senza l’altra e viceversa.

Tutti noi sperimentiamo quotidianamente questa interconnessione. Dopo periodi di stress, sforzi fisici e mentali prolungati, il corpo ci manda segnali di “allarme” che, se trascurati, possono trasformarsi in veri e propri sintomi di patologia.

Le emozioni vissute nel passato o nel presente, che non vengono riconosciute, espresse ed elaborate, finiscono per “scaricarsi” sul nostro corpo. Rabbia, tristezza, paura, sottopongono organi e tessuti ad alterazioni che diventano patologie.

Diventa quindi fondamentale per il nostro benessere psicofisico, riconoscere “cosa” sentiamo emotivamente dentro di noi e che conferisce un significato a ciò che viviamo. Se prendiamo consapevolezza dei continui cambiamenti della nostra interiorità in relazione alla realtà esterna, saremo in grado di affrontarla e di tentare di gestirla.

Una certa corrente di pensiero porta a considerare le emozioni come un “disturbo della razionalità”. In realtà le emozioni sono la lingua che il nostro corpo parla, i segnali che ci invia. Ignorarli, sottovalutarli, nasconderli è pericoloso e malsano. La recente scoperta di un asse cervello-intestino e intestino-cervello dimostra il concetto che la mente influenza il corpo e viceversa.

Nel nostro intestino vivono miliardi di microorganismi che insieme costituiscono il così detto microbiota, una specie di codice genetico che svolge importantissime funzioni per il benessere psicofisico di ogni individuo. I battiti intestinali inviano segnali chimici che riescono a influenzare memoria, emozioni, comportamento, agendo direttamente sul cervello.

Un altro elemento che gioca un ruolo centrale nel nostro benessere psicofisico è il nervo vago. Esso è collegato all’attività del sistema nervoso (simpatico e parasimpatico). Solo quando c’è una situazione di equilibrio possiamo sperimentare una sensazione di calma lucidità. In certe circostanze il simpatico agisce come acceleratore del metabolismo, aumenta il battito cardiaco, la respirazione, polarizza i pensieri e le emozioni utili al combattimento. Il parasimpatico agisce da freno, rilassa e predispone alla creatività.

Controllare il respiro, sorridendo, rilassando l’addome, meditando, praticando la self compassion, possiamo sviluppare l’autoconsapevolezza corporea, fondamentale per agire in uno stato di calma.

Possiamo agire sul nostro nervo vago, stimolando un’azione inibitoria sul simpatico, per sperimentare calma nel corpo e nella mente. Questa azione consapevole non può verificarsi se non riconosciamo le nostre emozioni.

Se non rifiutiamo le nostre emozioni, siamo nella posizione di chi si chiede che cosa stia comunicando il corpo e, quindi, agire di conseguenza.