Flessibili e radicati come un albero che cresce

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Flessibili e radicati come un albero che cresce

sintesi di Anna Orsini

Articolo di Antonella Nardone pubblicato sul n. 100 di Vivere lo Yoga Dicembre/Gennaio 2023

Il ginnasta cerca di potenziare i muscoli per acquistare forza, il praticante Yoga mira alla flessibilità.

L’essere umano ha bisogno di forza per agire, ma è con la flessibilità che si adatta alla realtà della vita. Quando la forza diventa rigidità può essere un limite e sfociare perfino in una patologia. Ne abbiamo un esempio lampante se prendiamo in esame la colonna vertebrale. Deve essere solida e forte ma allo stesso tempo flessibile per garantire una mobilità ottimale che si ripercuote su tutto il corpo a livello fisico, energetico, mentale ed emotivo.

Lo Yoga offre due tipologie di asana: statiche (che con uno sforzo muscolare favoriscono la stabilità) e dinamiche (che allungano i muscoli e sviluppano la flessibilità).

In ogni essere umano, secondo la fisiologia Yoga, l’energia vitale (Kundalini) scorre lungo la spina dorsale attraversando due canali (Ida e Pingala) che si riuniscono nel sesto chakra e salgono oltre la cima della testa dopo essersi intrecciati sei volte.

Una spina dorsale flessibile favorisce lo scorrimento fluido dell’energia che alimenta i sette chakra che sono altrettanti plessi psichici. Più fluidamente scorrerà l’energia, migliore sarà l’equilibrio di tutto l’organismo psicofisico.

I canali energetici si intossicano con lo stress, le cattive abitudini alimentari, la mancata gestione delle emozioni. Possiamo tentare di ripulirli affidandoci alle varie forme di pranayama. Lavorando sulla modificazione del respiro, si favorisce il ripristino di una corretta circolazione dell’energia.

Ormai sappiamo che il corpo influenza la mente e viceversa. Ma come? Max Planck, padre della fisica quantistica, ha affermato che “la materia non esiste, tutto è vibrazione.”

Gli antichi Yogi lo avevano compreso migliaia di anni fa. Modificando il corpo, si modifica la circolazione energetica e si modifica anche la mente.

Un corpo rigido ospita una mente rigida che cerca certezze e controllo, che non è felice e non crea felicità. Un corpo flessibile ospita una mente flessibile che conosce l’impermanenza e l’interdipendenza dei fenomeni, li accetta, li vive.

Secondo la Deep Mindfulness l’ostacolo maggiore alla flessibilità mentale è “l’attaccamento” che ha bisogno di cose solide, concrete, immutabili. In realtà tutto è effimero e in continua trasformazione.

La flessibilità mentale ci permette di essere consapevoli del divenire. L’ osservazione della mente in stato di raccoglimento attraverso i quattro fondamenti della consapevolezza, nella meditazione Mindfulness, ci farà rendere conto dell’inutilità del voler mantenere la realtà per come vorremmo che fosse. Ciò produce una fatica inutile ed è solo fonte di frustrazione e sofferenza.

Quindi, si può concludere sulla necessità di costruirci un corpo flessibile in cui l’energia possa circolare fluidamente. Ci avvarremo degli strumenti dello Yoga e del Pranayama che ben si integrano con la meditazione Deep Mindfulness.

La nostra mente sarà nutrita dalla circolazione di questa energia. Potrà liberarsi pian piano dai condizionamenti e sarà aperta ad accogliere la freschezza dell’esistenza in eterno divenire.